Gli italiani, fatalisti, si assicurano sempre meno

Gli italiani che non si assicurano non lo fanno certo per una questione di soldi ma più che altro per fatalismo. Lo spiega una ricerca che mette in relazione i dati italiani con la media europea. La percezione dei rischi purtroppo, non è sempre adeguata. 

Non si tratterebbe di una questione di costi bensì di puro fatalismo. Se gli Italiani sono poco assicurati rispetto alla media europea, lo si deve soprattutto a una percezione dei rischi non sempre adeguata o quanto meno consapevole. A dirlo è una ricerca dell’istituto Eumetra Monterosa e promossa da Anra, l’Associazione nazionale dei risk manager e responsabili di assicurazioni aziendali. La ricerca si è concentrata sulla percezione del rischio nella popolazione italiana e nell’atteggiamento delle imprese verso la gestione e la prevenzione dei rischi.

Sei persone su dieci (il 59%) ritiene importante in senso generale prestare attenzione ai rischi. Solo il 41% degli intervistati dichiara di avere nei confronti degli eventi della vita un atteggiamento più fatalista. Come spiega Assicurazione.it

Il campione si spacca in due in modo netto sulla scelta di ricorrere o meno alle assicurazioni per la prevenzione del rischio. Nel 48% dei casi la risposta data è stata: “È inutile spendere soldi in assicurazioni tanto quello che deve capitare capita”. I primi due rischi considerati più probabili per sé e la propria famiglia sono la malattia (abbastanza o molto probabile per l’83% degli intervistati), da affrontare con un’assicurazione salute, e la perdita del potere d’acquisto con conseguente peggioramento del tenore di vita (73%). L’incendio (43%) e la responsabilità civile (49%) si posizionano invece alla fine della lista delle preoccupazioni. Ancora relativamente bassa invece è la percezione dei “nuovi rischi” come ad esempio essere vittima di terrorismo (poco o per nulla probabile per il 53%) oppure l’utilizzo da parte di terzi della propria identità digitale (per il 61%).

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