La condizione sociale non è più espressa dal tipo di macchina guidata

Guidare una Mercedes o una BMW fino a poco tempo fare era ben diverso che guidare una Lancia o una FIAT: richiedeva atteggiamenti di un certo tipo, un’aggressività al volante che è difficile dimenticare agli incroci e via discorrendo. Oggi invece sembra che l’auto non sia più uno status symbol.

Il concetto di mobilità sta cambiando quindi stanno cambiando le abitudini degli italiani ma anche le loro priorità. Mettere in garage una macchina di lusso non è più considerato necessario o espressione di un modo di essere o di una condizione sociale. Oggi l’auto ha un valore funzionale e basta.

Il mercato automobilistico, in tutto questo marasma concettuale, ha finalmente ripreso a crescere ma potrebbe trattarsi di un fuoco di paglia legato al fatto che il parco auto attuale deve essere svecchiato. Gli italiani non sembrano volere a tutti i costi un’auto nuova.

Tra l’altro nel 2013 il numero delle immatricolazioni è crollato incredibilmente, con 1,3 milioni di veicoli venduti, la metà rispetto al 2007. La crisi ha interessato tanto i privati quanto gli acquirenti pubblici, in primis le amministrazioni locali.

Nel 2015 finalmente il settore dell’automotive ha acquistato una nuova verve e i dati dell’UNRAI sono molto espliciti: da gennaio ad oggi ci sono 578.088 auto immatricolate che sono il 16,2% in più rispetto all’anno scorso.

Quando parliamo di cambiamenti nella mobilità bisogna anche far riferimento allo sviluppo del car sharing e dei veicoli a noleggio particolarmente indicati per chi non ha la possibilità d’investire nell’acquisto di una vettura sul lungo periodo.

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