Crescente ma ancora limitato l’uso della scatola nera

Installare la scatola nera dovrebbe essere un incentivo per gli assicurati che mettendo sotto controllo le vetture dovrebbero ridurre i costi delle assicurazioni. Secondo l’ultimo bollettino dell’IVASS l’installazione della black box è crescente ma inchiodata a bassissime percentuali. 

Tutti apprezzano la sicurezza della scatola nera e il fatto che assicurandosi con questo strumento si possa ottenere un piccolo sconto dalla compagnia assicurativa. Poi all’atto pratico soltanto pochissimi guidatori accettano di mettere sotto controllo il proprio veicolo.

L’ultimo bollettino statistico dell’IVASS informa che l’introduzione del dispositivo sul mercato italiano è in crescita: nei contratti RC auto stipulati a ottobre del 2013 la Scatola nera era presente nella misura del 10,7%, percentuale poi salita al 14% l’anno successivo e, dopo una flessione registrata a gennaio 2015 (12%), stabilizzatasi al 13,8% del secondo trimestre di quest’anno, ultima rilevazione al momento disponibile.

22 imprese assicurative su 46 controllate legano l’uso della scatola nera alla riduzione dei costi dell’assicurazione. Come spiega anche Assicurazione.it

nei portafogli di 17 compagnie ci sono polizze con scatola nera in misura superiore all’1%, in altre 6 la quota è superiore al 10%, e soltanto in due imprese di piccola dimensione le clausole legate alla scatola nera costituiscono lo standard contrattuale con oltre il 95% delle polizze proposte attraverso un’assicurazione online o tradizionale. Nei portafogli delle prime tre compagnie per quota di mercato, la clausola è presente rispettivamente nella misura del 5, del 16 e del 40%.

Si potrebbe fare anche un’analisi geografica della diffusione della scatola nera dicendo che dove il premio medio è più alto, maggiore è la percentuale dei contratti che prevedono l’installazione del dispositivo telematico.

In Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, infatti, la percentuale delle polizze RC auto con scatola nera supera il 20%, mentre percentuali più basse (tra il 4,4 e il 7,2%) si registrano in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia-Giulia, Veneto e Valle d’Aosta.

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