Tutti i dubbi sulla scatola nera da dove nascono?

Il dibattito sulle scatole nero nelle automobili è ancora aperto e stavolta ad entrare nel vivo dell’argomento ci ha pensato l’Aneis, l’associazione nazionale esperti di infortunistica stradale. Insieme all’Ania, l’associazione nazionale delle imprese assicuratrici che si sono rese protagoniste di un recente scambio di battute. 

L’argomento dell’installazione delle scatole nere sulle auto non è un argomento nuovo e l’Italia è sicuramente protagonista perché il numero di scatole nere che sono istallate sulle vetture è cresciuto con un tasso del 75% posizionando il nostro Paese in cima alla classifica europea.

La scatola nera è un dispositivo che ha avuto moltissimo successo negli ultimi tempi forse perché in caso di incidente consente di rilevare con precisione i dati utili per l’attribuzione di responsabilità di un sinistro: la data, l’ora dell’incidente, la velocità del veicolo. In più molte installazioni sono state veicolate dagli sconti fatti dalle compagnie assicurative a chi si dotava di black box. 

L’Aneis però non è d’accordo sull’utilità della scatola nera e dice che questo apparecchio presenta parecchi punti deboli e il fatto che negli altri Paesi europei sia poco usato dice tutto. Il presidente dell’Aneis, Cipriano, poi fa notare che gli sconti delle assicurazioni sono esigui e l’installazione della scatola nera, nella più parte dei casi, può ledere la privacy delle persone che l’adottano.

L’Ania è di opinione totalmente differente perché ritiene che questi apparecchi abbiano un grande potenziale e stiano subendo una buona evoluzione tecnologica, per questo non vanno considerati dei dispositivi che ledono la privacy del conducente ma strumenti che incrementano la sicurezza e la prudenza al volante. Senza considerare che tante compagnie inseriscono la black box nelle offerte di polizze di base.

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