Polizza salute? A sottoscriverla t’invoglia una tuta

L’assicurazione salute, anche se comincia ad essere un prodotto molto richiesto dal pubblico tricolore, è stipulata soltanto quando si è avanti con l’età. Oggi c’è un nuovo strumento tecnologico, una tuta high tech, per invogliare i potenziali assicurati a stipulare una polizza salute in modo tempestivo. 

Visto l’allungamento dell’età media e visto tutto quello che comporta la vecchiaia tra malattie croniche, acciacchi dovuti alla ridotta mobilità, bisogno di cure e assistenza socio-sanitaria, i giovani dovrebbero essere invogliati a sottoscrivere una polizza salute che li metta al sicuro dalla vecchiaia e da quello che è legato alla terza età.

Sottoscrivere polizze salute, mentre si è ancora nel pieno della carriera lavorativa. Questo è l’obiettivo della nuova strumentazione, ai limiti della fantascienza, presentata al Festival delle Idee di Aspen in Colorado. Una compagnia assicurativa americana, per convincere nuovi cittadini a sottoscrivere una polizza salute, ha deciso di far indossare loro una vera e propria tuta corazzata, la R70i, supertecnologica e ultra-sofisticata, sviluppata dalla società californiana Applied Minds e che consente a chi la prova di sperimentare la maggior parte delle conseguenze fisiche della vecchiaia sul corpo umano grazie a una serie di sensori.

L’investimento nello sviluppo della tuta è stato incredibile ma il ritorno economico, visto l’effetto di questa strumentazione tecnologica, potrebbe essere a stretto giro. L’idea è quella di far percepire gli effetti del tempo che avanza, inducendo i potenziali clienti, in primis i cosiddetti millenials, ma per ora solo negli Usa, a correre ai ripari.

Con la tuta in questione si possono sperimentare i disturbi più frequenti che possono colpire l’occhio come cataratta, maculopatie o glaucoma, o le orecchie, dai ronzii persistenti alla perdita dell’udito. Altri sensori, invece, distribuiti lungo il corpo, vanno a riprodurre gli effetti dell’artrite, della perdita del tono muscolare oppure della limitazione nell’uso degli arti.

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